Sette peccati necessari. Manifesto contro il patriarcato by Mona Eltahawy

Sette peccati necessari. Manifesto contro il patriarcato by Mona Eltahawy

autore:Mona Eltahawy [Eltahawy, Mona]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Le plurali
pubblicato: 2023-09-04T22:00:00+00:00


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VIOLENZA

Ovviamente le più oppresse di ogni gruppo oppresso saranno le donne… Ovviamente, dal momento che le donne, tutte, sono oppresse nella società, se appartengono a un gruppo oppresso, lo sono doppiamente. Quindi dovrei immaginare che reagiscano di conseguenza: poiché l’oppressione rende le persone più combattive… allora saranno doppiamente combattive, perché sono doppiamente oppresse.

Lorraine Hansberry, tratto da “An Interview with

Lorraine Hansberry by Studs Terkel”, 12 maggio 1959187

Immaginate se dichiarassimo guerra.

Immaginate se, fanculo questa merda, sbottassimo in massa e uccidessimo sistematicamente uomini, senza alcuna ragione se non che sono uomini. Immaginate se queste uccisioni cominciassero in un paese, con cinque uomini a settimana. Poi ogni settimana, in questo scenario immaginario si aggiungessero più paesi e fossero uccisi più uomini in ognuno di essi. Cinquanta a settimana, poi un centinaio, poi cinquecento.

Immaginate un movimento clandestino chiamato Fanculo il patriarcato (Fip), che ne rivendicasse la responsabilità e comunicasse che questo è un avvertimento al mondo: continueranno a uccidere sempre più uomini finché il patriarcato non manderà un rappresentante a parlare. Non vogliamo soldi, direbbe. Non vogliamo un nuovo presidente o primo ministro a rimpiazzare quello attuale, direbbe questa immaginaria organizzazione che chiede una presa di responsabilità. Non vogliamo qualche sedia in più in parlamento. Non vogliamo un aumento di stipendio. Non vogliamo che gli uomini promettano di fare il bucato o di fare da babysitter ai loro stessi bambini. Non vogliamo un altro po’ di briciole. Per cui manda un tuo rappresentante, patriarcato, chiederebbe questa immaginaria organizzazione (posso figurarmi le lotte intestine che ne deriverebbero).

Il suo ultimatum: iniziate a smantellare il patriarcato o continueremo a uccidere sempre più uomini ogni settimana.

Quanti uomini pensate che dovremmo uccidere prima che inizi la distruzione del patriarcato? Un migliaio? Diecimila? Un milione? È incivile? È disumano? Molti milioni di uomini sono stati uccisi in guerre iniziate dagli uomini contro altri uomini. Immaginate questa come la nostra dichiarazione di guerra al patriarcato.

Quanto tempo ci vorrebbe prima che il mondo presti attenzione alle uccisioni degli uomini? Quando diventerebbe un’emergenza globale? Un mese? Cinque mesi? Quanti uomini dovrebbero essere uccisi, per assolutamente nessun’altra ragione se non che sono uomini, perché il mondo si chieda: “Che cazzo sta succedendo? Chi c’è dietro questa follia? Con chi dobbiamo parlare perché questa ferocia possa fermarsi? Chi invadiamo, chi dovremmo bombardare? Che cosa hanno mai fatto gli uomini per meritare una tale barbarie?”. Quanti uomini dovrebbero essere uccisi, prima che i rappresentanti del patriarcato indìcano una riunione di emergenza per porre fine a questi omicidi senza senso dei loro stessi figli? Quanti uomini dobbiamo uccidere per portare al tavolo il patriarcato?

Come si sentirebbero gli uomini nel vedere così tanti loro compagni uccisi solamente per essere, come loro, degli uomini? Cambierebbero il loro comportamento, camminerebbero insieme per sicurezza, eviterebbero certe zone della città, starebbero attenti a non stare fuori oltre una certa ora? Come si sentirebbero i ragazzi, sapendo che il loro genere li rende un bersaglio che cammina? Come si sentirebbero i loro genitori? Questo cambierebbe il modo in cui educano o trattano i loro



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